Sempre più spesso, i giornalisti sono chiamati non solo a scrivere un articolo, ma anche a promuoverlo, entrando in contatto con i propri lettori. Un modo per incentivare il legame tra il pubblico e la testata che comporta diversi benefici e alcuni problemi
Per superare la crisi del settore, diverse testate giornalistiche stanno spingendo sul tema dell’audience engagement. Di cosa si tratta? In sintesi, di un processo di fidelizzazione dei propri lettori, che passa per l’interazione e il contatto diretto con i giornalisti. La personalizzazione, l’idea di dare un volto a chi ha scritto una notizia, ne aumenta infatti la credibilità. D’altra parte, tutto ciò si traduce in un lavoro extra e non sempre facile da gestire per i giornalisti stessi.
Audience engagement: che cos’è e quali sono i vantaggi
Nel giornalismo, l’audience engagement, ovvero il coinvolgimento del pubblico, si traduce nella promozione dei propri articoli e servizi soprattutto tramite i diversi canali social. Ma anche nell’organizzazione di iniziative offline, come dibattiti o incontri con l’autore. In questo modo, i lettori scoprono che i giornalisti sono persone reali, dotate delle competenze necessarie per fornire informazioni accurate e affidabili. Inoltre – aspetto non secondario – si offre così al pubblico la possibilità di intervenire, diventando parte del processo di creazione e diffusione di un contenuto.
Talvolta, i giornalisti riescono a stabilire una relazione gratificante, soprattutto quando il contatto avviene con un pubblico di nicchia selezionato, particolarmente interessato all’argomento. Inoltre, il web permette di misurare precisamente il livello di engagement: in questo modo, una testata può stabilire su quali argomenti puntare in base a ciò che i lettori mostrano di gradire. (Anche se naturalmente i dati si prestano a diverse interpretazioni: questa notizia ha funzionato perché l’argomento suscita interesse, perché è ben scritta o perché il titolo è azzeccato?).
I possibili problemi dell’audience engagement nel giornalismo
Tuttavia, non sempre l’interazione genera l’esito sperato. The Conversation racconta come alcuni giornalisti del Chicago Tribune abbiano definito i dialoghi tra i propri lettori su Facebook e Twitter non come conversazioni significative e costruttive, bensì come scontri tendenzialmente bellicosi. Questo tipo di feedback è sempre più diffuso ed è indicativo di ciò che lo studioso di giornalismo Thorsten Quandt chiama la “partecipazione oscura”, ovvero “il rovescio della medaglia del coinvolgimento dei cittadini”. Del quale, tra l’altro, sono vittime molto più di frequente le giornaliste donne, rispetto ai colleghi uomini, prese di mira su aspetti che nulla hanno a che fare con il tema trattato.
La mancanza di un approccio condiviso
In questa complessa attività, i giornalisti non sono solitamente supportati dai direttori, né dagli editori. Si trovano, quindi, a gestire in completa autonomia un terreno di possibile scontro dal quale dovrebbero in teoria trarre vantaggio, ma che spesso si rivela ostico. Ad esempio, lo scorso gennaio, il Washington Post ha sospeso temporaneamente la giornalista Felicia Sonmez per aver parlato, in un tweet, delle accuse di violenza sessuale contro Kobe Bryant poche ore dopo la sua morte. Le indicazioni che i giornalisti ricevono sulla gestione del rapporto con i lettori sui social varia da una redazione all’altra, ma spesso il margine di manovra è del tutto soggettivo.
Audience engagement e giornalismo locale
A causa di questa indeterminatezza, in questo momento è difficile stabilire se l’audience engagement porti più vantaggi che problemi al giornalismo (e ai giornalisti). Molto dipende anche dalla dimensione della testata e di conseguenza del pubblico di riferimento. Probabilmente, nell’ambito locale, il confronto con i cittadini può risultare più costruttivo, perché essi stessi hanno conoscenze e competenze su alcuni fatti che li riguardano in prima persona, ad esempio su determinate situazioni che caratterizzano una città o un quartiere. A questo livello, se portato avanti con cura, l’audience engagement potrebbe ristabilire più facilmente un rapporto di fiducia tra la stampa e i suoi lettori.