Il digital marketing per il settore food e della ristorazione si presta a molteplici utilizzi. Diffuso e utilizzato ormai da diversi anni, richiede una precisa strategia che consenta al brand di emergere e di distinguersi
Il digital marketing nel settore della ristorazione e, in un’accezione più ampia, relativo al mondo del cibo, riscuote da tempo grande successo, soprattutto per la diffusione di immagini e video di ricette tramite i social network. Tuttavia, per fare digital food marketing non basta postare una bella foto di un piatto su Instagram: è necessaria una strategia a tutto tondo e coerente che integri i diversi strumenti del digital marketing restituendo un’immagine univoca e convincente dell’attività o del brand. Vediamo come.
Digital food marketing: una strategia multicanale
È vero, il cibo e la ristorazione si prestano perfettamente ad essere raccontati e promossi tramite il web. Ciò però significa che c’è anche tanta concorrenza. Per cui, è necessario riuscire a distinguersi e presidiare tutti i canali a disposizione. Un profilo Facebook o Instagram non basta. Certo, è necessario. Ma deve essere integrato con un sito web o un blog che fornisca informazioni utili e interessanti, con una newsletter altrettanto accurata, oppure con un canale su YouTube: non è necessario utilizzare tutti i canali, ma bisogna selezionare quelli più adatti alla propria attività e al proprio pubblico. Ogni strumento ha le sue peculiarità, ma nell’insieme è il carattere e il tono di voce del brand che devono emergere in modo chiaro e allo stesso tempo omogeneo.
Brand positioning
Dal momento che la concorrenza è molto alta, occorre lavorare sul posizionamento del proprio brand. Il settore food è ampio: specializzarsi in una nicchia spesso porta buoni risultati. Si può scegliere ad esempio di puntare su una caratteristica peculiare – la genuinità, l’utilizzo di prodotti biologici, l’artigianalità, la creatività e così via – o su un prodotto che di per sé richiama una precisa categoria (ad esempio i vegani, gli amanti del fusion o altro ancora). In ogni caso, “spingere” su una chiara identità è l’unico modo per farsi notare in un mondo sempre più frequentato e variegato. Per dare spessore al brand è poi necessario costruire una narrazione solida, uno storytelling che conferisca autorevolezza e profondità ai punti di forza sui quali il brand si fonda. Lo si può fare in molti modi: testi, immagini, video. Ogni elemento compone una tessera di quella specifica storia.
Digital food marketing, sensi ed estetica
Il food di per sé è il settore ideale per puntare tutto sui sensi. Il digital marketing per la ristorazione deve quindi avvalersi di contenuti capaci di trasmettere i sapori, gli aromi, le sensazioni che un piatto può esprimere. L’estetica va di pari passo con questi aspetti: al giorno d’oggi non è pensabile pubblicare video o foto approssimativi di piatti o di ristoranti. Ogni elemento deve essere curato nei minimi dettagli in modo da invogliare chi lo osserva a scoprirne di più. Anche la narrazione testuale deve puntare sull’aspetto sensoriale, impostando un dialogo diretto, informale, accattivante e coinvolgente con gli utenti. Per queste ragioni, il lavoro sul content marketing, in un settore come il food, è prioritario.
Il ruolo centrale degli utenti
In questo ambito, più che in altri, gli utenti sono ormai molto “esperti”. I cosiddetti foodies sono persone attente all’origine degli alimenti, alle calorie, alla combinazioni degli ingredienti e così via. Spesso si dilettano in cucina, magari hanno un loro blog. Ma anche ad un livello più comune e diffuso, oggi chi frequenta i ristoranti dispensa spesso valutazioni e consigli. Questa tendenza non si può frenare né ignorare. Va però sfruttata al meglio. Gli utenti vanno coinvolti e spronati a commentare e a condividere contenuti creati da loro stessi. Dal momento che è facile che lo facciano comunque, è bene per quanto possibile tentare di stringere un’alleanza, creando un rapporto amichevole e di fidelizzazione. Quindi i profili social vanno presidiati, tutte le domande devono ricevere risposta, le recensioni anche. Allo stesso tempo, può essere una buona idea valutare un’affiliazione con un food influencer che diventi una sorta di “portavoce” del proprio brand.