Il social network, oggi nelle mani di Elon Musk, sembra aver perso la sua forza, nata da una comunità attiva di utenti autentici e informati: in seguito a scelte controverse le fake news avanzano e X è finita nel mirino dell’Unione europea
Un tempo, Twitter era noto come il social network dei giornalisti. In quei pochi caratteri a disposizione i professionisti dell’informazione lanciavano news e si scambiavano opinioni, raccontavano eventi in diretta e diffondevano i propri articoli. Dopo l’acquisizione per nulla facile della società da parte di Elon Musk molte cose sono cambiate. Numerosi lavoratori sono stati licenziati (l’80%), il valore della piattaforma è crollato ed è cambiato anche il suo nome: il nuovo social si chiama X e prevede un abbonamento per usufruire di molte funzioni.
Ma non è soltanto questo ad essere cambiato. Secondo un’indagine dell’Unione europea, X è soggetta più di altre piattaforme alla diffusione di fake news. Un fatto strano considerando la sua storia. Vediamo che cos’è accaduto.
Il codice di condotta sulla disinformazione online
Nel 2022 l’UE ha diffuso un Codice di Condotta legato al tema disinformazione, proprio in funzione del dilagare delle fake news sui social network, al quale hanno aderito le principali piattaforme. Questo codice è direttamente collegato al DSA, Digital Services Act, una legge sui servizi e sui mercati digitali vincolante per gli Stati membri.
Recentemente, nel documento sono stati inseriti dei parametri indicativi per valutare lo “stato di salute” dei social network, ad esempio quanto sia facile trovare contenuti disinformativi su una piattaforma e che grado di coinvolgimento tali contenuti generano. Da qui, in seguito ad uno studio pilota affidato a TrustLab e condotto in tre Paesi ritenuti particolarmente a rischio di disinformazione (Spagna, Polonia e Slovacchia), X è risultata essere la piattaforma con il rapporto più elevato tra post e fake news.
Facendo un passo indietro, non è irrilevante ricordare che a maggio 2023 X uscì dal Codice di Condotta in seguito ad un avvertimento da parte della stessa UE, che aveva criticato la piattaforma per una informazione scorretta e frammentaria relativamente alla guerra in Ucraina. In particolare, i legislatori rilevarono che, dopo l’acquisizione da parte di Musk, dalla piattaforma emergesse un netto sostegno per il Cremlino.
Come funziona il controllo delle informazioni su X
Sotto Musk, X ha spinto l’uso di una funzionalità di fact-checking (verifica dei fatti) già esistente (ribattezzata Community Notes) che essenzialmente relega la questione a un processo di aggregazione delle opinioni degli utenti della piattaforma, delle semplici “note”, dei commenti che si possono aggiungere ai tweet sospetti. Allo stesso tempo, Musk ha rimosso il contrassegno sul quale gli utenti di Twitter potevano precedentemente fare affidamento per valutare l’affidabilità e l’autenticità delle informazioni contenute nei tweet, sostituendolo con sistemi di verifica a pagamento.
Il vincolo della DSA
X è stata inclusa tra le 19 piattaforme online che devono affrontare il livello di regolamentazione più severo ai sensi della DSA. La legge impone alle piattaforme online di grandi dimensioni (dette VLOP) l’obbligo di valutare i rischi legati all’uso degli algoritmi e di mettere in atto “misure di mitigazione ragionevoli, proporzionate ed efficaci” per i rischi identificati. Un membro della Commissione europea, contattato dalla testata TechCrunch, ha confermato che mentre il Codice di Condotta è volontario, il rispetto del Digital Services Act non lo è. Il DSA è legalmente vincolante per X.
Le sanzioni per le violazioni del DSA possono arrivare fino al 6% del fatturato annuo globale, quindi il prezzo da pagare per X, se ignorerà gli avvertimenti dell’UE sulla disinformazione, potrebbe essere alto. Un ulteriore criticità – per nulla secondaria – che Musk dovrà affrontare per decidere la sorte di un social che non naviga in buone acque e che, al di là dei problemi economici, sembra soprattutto aver perso il suo carattere fondamentale, costituito da quella comunità autentica e attiva, una massa critica che rappresentava la linfa vitale di Twitter.